Metodologia Suzuki

Una metodologia ben consolidata e in continua evoluzione

Nata in Giappone subito dopo la Seconda guerra mondiale da alcune idee molto innovative di Shinichi Suzuki, figlio del fondatore di una delle più grandi fabbriche di violino del mondo, la Metodologia Suzuki è in continua evoluzione. Periodicamente in tutto il mondo si riuniscono gli insegnanti abilitati ad usarla e confrontano le proprie esperienze per apportare eventualmente delle modifiche al metodo. Per questo è forte dei suoi 80 anni di esperienza ma rimane sempre attuale, adeguandosi alle necessità che cambiano.

insegnamento del pianoforte con il metodo suzuki ad una bambina da silvia moretti

La “filosofia Suzuki”

La ricerca di Suzuki non aveva l’obiettivo di insegnare a suonare uno strumento musicale, ma era mirata allo sviluppo della personalità complessiva del bambino.

Suzuki diceva: “Il mio sogno è che tutti i bambini del mondo possano divenire degli esseri umani degni di questo nome, degli esseri felici, degli esseri con delle capacità superiori. Tutte le mie energie convergono a questo scopo perché sono persuaso che tutti i bambini nascono con queste potenzialità.”

Così fondò nel 1946 a Matsumoto il Movimento per l’Educazione al Talento, di cui l’aspetto più noto è l’ottima qualità raggiunta nell’insegnamento di uno strumento musicale a bambini molto piccoli, anche se le stesse tecniche venivano usate per l’insegnamento di diverse discipline.

“Il talento non è innato” è l’osservazione su cui egli basa tutta la sua metodologia. “Ogni bambino nasce con un meraviglioso potenziale e dipende dall’educazione che riceve se potrà svilupparlo o meno.”

Il dovere di tutti i genitori e gli insegnanti è quindi fare in modo che questo enorme potenziale non vada sprecato.

Presupposto del metodo è non selezionare dei bambini con talento (nessun esame d’ammissione) ma creare le condizioni giuste affinché il talento si sviluppi.

Il “Metodo della lingua madre”

L’osservazione più importante che fece Suzuki e sulla quale impostò tutta la sua metodologia è che il metodo didatticamente più efficace è quello con cui tutti i genitori del mondo insegnano a parlare ai propri figli la lingua madre. “Tutti i bambini giapponesi parlano giapponese” è l’affermazione che Suzuki amava ripetere a dispetto della sua apparente banalità.

Suzuki da giovane aveva vissuto in Germania per approfondire lo studio del violino, ma aveva trovato difficoltà ad imparare il tedesco, mentre osservava che i bambini tedeschi lo parlavano con grande fluidità e senza alcuno sforzo. D’altra parte, anche i bambini giapponesi usavano con naturalezza migliaia di vocaboli di una lingua notoriamente complessa.

Egli analizzò quel processo che si verifica istintivamente in ogni famiglia e ne schematizzò alcune fasi fondamentali:  

  1. Tutti i bambini sono circondati dalla propria lingua madre fin dalla nascita ed acquisiscono familiarità con essa prima di cominciare a parlare.
  2. I genitori insegnano ai propri figli a produrre i primi suoni incoraggiandoli mediante una costante ripetizione.
  3. Ogni volta che il bambino parla, il genitore reagisce con felicità, incoraggiamento ed entusiasmo.
  4. Si ha un progresso naturale per mezzo dell’esercizio giornaliero.
  5. Con il tempo ogni nuova parola diventa più facile da pronunciare e da ricordare e il bambino è felice della sua nuova capacità di esprimersi e di comunicare con gli altri.

Suzuki sviluppò la sua metodologia, che chiamò “Metodo della lingua madre”, applicando questi principî anche all’insegnamento di uno strumento musicale.

Caratteristiche principali del metodo

Dall’analisi delle fasi dell’apprendimento della lingua madre e dalla loro trasposizione al linguaggio musicale derivano le caratteristiche fondamentali del Metodo della lingua madre:

  • inizio in una età molto precoce
  • coinvolgimento del genitore che lavora in stretta collaborazione con l’insegnante
  • creazione di un ambiente ricco di stimoli musicali il più presto possibile
  • esercizio giornaliero per avere costanti progressi tramite il superamento di una difficoltà alla volta
  • incoraggiamento del genitore e dell’insegnante che deve essere basato sull’amore e sul rispetto per il bambino

I vantaggi della Metodologia Suzuki

L’interesse di Shinichi Suzuki era rivolto all’educazione complessiva del bambino e il suo metodo può essere applicato a tutti gli aspetti dell’apprendimento (nei suoi libri ci descrive le sue esperienze con la matematica e con la difficile scrittura del giapponese), ma egli era convinto che la musica ha in sé qualità particolari che favoriscono l’affinarsi della sensibilità.

Infatti, tramite lo studio di uno strumento musicale si possono sviluppare molte capacità: autocontrollo, memoria, coordinazione dei movimenti, autocritica, consapevolezza di saper affrontare e risolvere le difficoltà.

Il bambino che studia con questo metodo si abitua fin da piccolo all’esercizio quotidiano e al suo ingresso nella scuola elementare non trova difficoltà nel dover eseguire ogni giorno dei compiti. La stragrande maggioranza degli allievi Suzuki ha buoni risultati a scuola, sia per l’abitudine al lavoro, sia per le abilità che sono state già sviluppate.

Dal punto di vista musicale il bambino assimila molto presto gli elementi di base del linguaggio della musica e un’impostazione corretta allo strumento. Si trova dunque avvantaggiato poiché la sua conoscenza è profonda ed interiorizzata. La musica rimarrà sempre per lui motivo di piacere, la competenza acquisita gli farà apprezzare i concerti, potrà suonare da solo o con gli amici, inoltre, se deciderà di proseguire gli studi musicali si tratterà solo di continuare il cammino già intrapreso traendo profitto dalle solide basi assimilate da piccolo.

L’attenzione di insegnante e genitore è sempre rivolta alla formazione complessiva della personalità. Uno degli obiettivi principali del metodo Suzuki è trasmettere la fiducia nelle proprie capacità, con la consapevolezza che le difficoltà che si incontrano possono essere superate. È necessario trovare il modo giusto per affrontarle e un gradino alla volta si può arrivare molto in alto. Tutti possono migliorare, in qualsiasi campo ed a qualsiasi età, basta voler andare sempre avanti, “senza fretta ma senza fermarsi” come affermava Shinichi Suzuki.

bambino piccolo che suona il pianoforte
lezione di pianoforte ad una bambina di silvia moretti